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ROMA - "Si intravedono alcuni segnali di allentamento della forza della recessione". Gli economisti di Banca d'Italia fanno professione di prudente ottimismo, segnalando nel Bollettino semestrale che nel mezzo di una recessione durissima qualche primo "dato preliminare", specie negli Usa, "lascia sperare in rallentamento della caduta produttiva particolare con riferimento al mercato immobiliare e ai consumi".Tra gli eventi positivi via Nazionale elenca le risposte di governi e banche centrali specie le decisioni prese dai capi di Stato al G20 di Londra: il rafforzamento della dotazione del Fondo Monetario Internazionale e i 250 miliardi di dollari per sostenere il commercio internazionale. Il Bollettino, in attesa di verificare gli effetti sull'economia reale dei vari pacchetti di stimolo approvati nel mondo, stima che l'aumento dei deficit pubblici sarà nell'ordine del 4% del Pil prodotto dai vari paesi coinvolti. Anche le banche centrali hanno contribuito a stabilizzare i mercati anche con azioni "non convenzionali" per assicurare la liquidità.
I dati 2008 e d'inizio d'anno raccontano ancora la parte più nera della crisi e anche il primo trimestre '09 dovrebbe chiudersi con il segno negativo (sarebbe la quarta volta consecutiva: dodici mesi di recessione conclamata). Il calo dell'inflazione (che scenderà fino all'estate) e dei tassi di interesse bassi non sembrano sufficienti a far riprendere i consumi. "Sono peggiorati i giudizi sul quadro economico e in particolare sull'andamento dell'occupazione" da parte delle famiglie, rileva il Bollettino. D'altronde la recessione ammonisce Via Nazionale, che è particolarmente severa e vicina ai livelli degli anni Sessanta con un calo della produzione del 5% nel primo bimestre dell'anno. Gli analisti intervistati a metà marzo da Consensus forecasts si attendono per l'Italia una contrazione media del pil del 2,8% nel 2009 (con rischi al ribasso) e una crescita appena positiva ( 0,3%) nel 2010. Il bollettino ricorda anche le previsioni dell'Ocse di un -4,3% del pil quest'anno e - 0,4% nel 2010.
Peraltro Banca d'Italia ricorda che nelle precedenti fasi recessive del 1974-75 e del 1992-93 le esportazioni avevano rapidamente riavviato l'attività della produzione industriale, favorite, rispettivamente dalla pronta ripresa del commercio internazionale e dalla svalutazione del cambio mentre ora "la natura globale dell'attuale recessione rende incerti i tempi del ritorno su un sentiero di crescita che secondo le istituzioni internazionali e i previsori privati potrebbe avviarsi nel prossimo anno". Fra i comparti industriali tuttavia, un effetto immediato di parziale ripresa arriva nel settore auto dove gli incentivi varati dal governo hanno avuto un aumento delle immatricolazioni nel primo mese di operatività e una crescita degli ordini ai concessionari.
Ancora a tinte fosche il fronte finanziario e bancario: la buona notizia è che nei primi mesi del 2009 è tornato alla normalità il mercato interbancario, ma in Italia diminuiscono sia la raccolta dai correntisti che i prestiti alla clientela. In particolare spicca una riduzione del 4,9% degli impieghi alle piccole e medie imprese: pesa sia la maggiore prudenza degli istituti che la minor domanda da parte dei privati (famiglie e società). La crisi ha fatto ridurre di un terzo gli utili complessivi del sistema bancario nel 2008 e peggiorato la qualità degli attivi. Tuttavia un effetto positivo potrebbe arrivare dai Tremonti-Bond. "In prospettiva - scrive Via Nazionale - l'offerta di credito potrà beneficiare degli interventi volti alla ricapitalizzazione delle banche italiane resi operativi dal governo". Altro fattore positivo sono il taglio dei dividendi e le azioni di capital management che hanno rafforzato il patrimonio delle banche.
Sui conti pubblici Bankitalia conferma che i due decreti anti-crisi non hanno portato differenze di saldo: vale a dire che i 7,5 miliardi di euro sono stati reperiti spostandoli da altri capitoli del bilancio. Il deficit è peggiorato ugualmente perché: "Nei primi tre mesi dell'anno le entrate tributarie di cassa sono diminuite del 5,4% rispetto allo stesso periodo del 2008" causa crisi e sgravi su Ici e Irap. Di conseguenza la spesa corrente è tornata sopra il 40% del Pil e sono cresciti fabbisogno e debito. Il rapporto tra quest'ultimo e il prodotto interno lordo è tornato ai livelli del 2005: 105,8%.
(11 aprile 2009)
Repubblica.it