La maglia nera della disoccupazione va alle regioni del Mezzogiorno con un indice al 12% quasi doppio rispetto alla media nazionale. Ma a soffrire sono anche le regioni del Centro (6,1%), mentre al Nord la disoccupazione è limitata al 3,9%. A trovarsi senza lavoro sono sia uomini che donne. L'aumento della disoccupazione maschile (+98.000 unità) dipende in misura significativa da quanti hanno perso il lavoro (+73.000 unità). L'allargamento dell'area della disoccupazione femminile (+88.000 unità) è invece legata soprattutto alla crescita delle ex-inattive, in particolare al Sud. Ma ad essere colpiti sono anche gli stranieri con un tasso di disoccupazione che sale all'8,5%.
A frenare è anche l'occupazione che, negli ultimi tre mesi del 2008, si attesta ai minimi degli ultimi 13 anni: il numero di occupati risulta pari così a 23.349.000 unità e il tasso d'occupazione scende di tre decimi di punto al 58,75%.
I dati Istat, secondo Cgil, Cisl e Uil, certificano lo stato di crisi e dimostrano come la situazione al Sud sia peggiorata. Le cifre, afferma il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, "certificano lo stato di crisi: si ferma il numero degli occupati, come da noi già segnalato, in modo particolarmente drammatico nel Mezzogiorno". Secondo il segretario confederale della Cisl, "nel Mezzogiorno tutti gli indicatori sono peggiorati molto di più che nel resto del Paese". Santini chiede "tempi rapidi" per l'attuazione delle norme sulla Cig e di sostegno ai precari: servono subito le risorse. Anche per il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy siamo "sull'orlo di un precipizio". Rimane aperta la questione del lavoro "debole", come il part time e il tempo determinato ma, soprattutto, sottolinea, "emerge nella sua drammaticità la questione Mezzogiorno che vede confermato il calo di occupati già manifestato nei mesi precedenti.